Restauro e risanamento conservativo facciata principale
PALAZZO MAZENTA Restauro e risanamento conservativo facciata principale
2018 - 2021
Milano, via Amedei 2
Committente privato
Importo delle opere: € 48.513.248,00
Sono state svolte attività di:
- Progettazione;
- Autorizzazione di opere su Beni Culturali presso Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio;
- Direzione Lavori;
- Coordinamento della Sicurezza in fase di Progettazione e in fase di Esecuzione.
2018 - 2021
Milano, via Amedei 2
Committente privato
Importo delle opere: € 48.513.248,00
Sono state svolte attività di: - Progettazione; - Autorizzazione di opere su Beni Culturali presso Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio; - Direzione Lavori; - Coordinamento della Sicurezza in fase di Progettazione e in fase di Esecuzione.
Il lavoro ha riguardato un intervento di recupero della facciata principale del Palazzo Mazenta, bene immobile costruito tra il 1500 e 1600 e sottoposto a tutela diretta ai sensi dell’art. 10, c. 3, del d.lgs 42/2004 con apposito provvedimento n.1089 del 03.11.1991.
Per cui tra le prime fasi è stato curato il procedimento di autorizzazione per lavori su beni culturali.
Per garantire la massima sicurezza in cantiere è stato effettuato il controllo della documentazione delle imprese incaricate delle lavorazioni, il cui accesso in cantiere è stato autorizzato tramite opportuna modulistica firmata e datata. Durante l’intera durata delle lavorazioni si sono susseguite in cantiere quasi 300 imprese, con una media giornaliera di 250-300 lavoratori presenti.
Al fine di assicurare la massima trasparenza e la più completa gestione della documentazione di cantiere riguardante la sicurezza, è stato messo a disposizione un sito ftp con la possibilità di caricare in modo intuitivo i documenti su un apposito spazio in rete. A tale sito, raggiungibile mediante apposita password, avevano accesso il CSE generale e i funzionari dell’organo di vigilanza preposto al controllo (Agenzia Tutela della Salute di Bergamo).
In particolare, sono stati effettuati una serie di interventi manutentivi volti a ripristinare lo stato di fatto della facciata, che si trovava in uno stato di notevole degrado dopo l’ultima ristrutturazione risalente al 2002. Una prima analisi, eseguita attraverso il rilievo materico e delle patologie di degrado, ha permesso di definire lo stato di conservazione della facciata e ha permesso di individuare degradi dovuti sia ad agenti atmosferici che antropici, soprattutto nelle parti inferiori.Vi erano macchie di umidità, zone caratterizzate da efflorescenza o patina biologica, dilavamenti e disomogeneità cromatiche.
In particolare, sono stati effettuati una serie di interventi manutentivi volti a ripristinare lo stato di fatto della facciata, che si trovava in uno stato di notevole degrado dopo l’ultima ristrutturazione risalente al 2002. Una prima analisi, eseguita attraverso il rilievo materico e delle patologie di degrado, ha permesso di definire lo stato di conservazione della facciata e ha permesso di individuare degradi dovuti sia ad agenti atmosferici che antropici, soprattutto nelle parti inferiori.Vi erano macchie di umidità, zone caratterizzate da efflorescenza o patina biologica, dilavamenti e disomogeneità cromatiche.
Sulle superfici esterne sono stati effettuati lavori di pulizia e rimozione delle sostanze biologiche e alterazioni antropiche generatrici di degrado; operazioni di bonifica muraria di tutte le porzioni cementizie ammalorate mediante reintegro volumetrico con malte reoplastiche espansive fibrate e spinottature chimiche puntuali per la ricostruzione dei davanzali delle finestre e dei contorni decorativi in cemento;
la pulizia e il trattamento dei manufatti in pietra (bordure dei portoni, sporto di gronda, mensole e davanzali) sono stati effettuati con idonei detergenti e con la stesura finale di protettivi idrorepellenti dati in due mani.
Per l’individuazione della coloritura originale dei diversi intonaci sono state predisposte apposite campionature e successivamente sono state applicate (su un fondo diluito al 70%), tramite velatura pittorica, due mani pitture ai silicati.
Per le operazioni di pulitura, integrazione e coloritura degli intonaci è stato costante il contatto con il funzionario incaricato dalla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Milano per la valutazione delle lavorazioni.
Sono stati restaurati i portoni di ingresso con trattamenti antitarlo ed antimuffa a due mani di impregnante inodore con ricoloritura nella tonalità originale e mano finale di vernice trasparente semilucida per esterni ed è stata effettuata la manutenzione delle persiane, la sostituzione delle lattonerie ammalorate e riverniciatura di tutti i manufatti metallici e l’impermeabilizzazione di tutti i cielini ornamentali e della fascia marcapiano con interposta rete in fibra di vetro.
Per tutte le lavorazioni sono stati utilizzati esclusivamente materiali idonei e preventivamente approvati.
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